Rimani in Libia, ma hai problemi economici
La tua famiglia ti ha già dato tutti i soldi che sono riusciti a mettere insieme, quindi non puoi chiederne altri e allo stesso tempo non vuoi deluderli – i tuoi sperano che tu riesca ad arrivare in Europa, così poi sarà più facile raggiungerti. Come migliaia di altri rifugiati e migranti, accetti un lavoro come spazzino per cercare di risparmiare per il viaggio o per mandare i soldi a casa. Vai a vivere in un minuscolo appartamento a Tripoli con altre 50 persone.
Ma il pericolo è sempre dietro l'angolo. La Libia non ha ratificato la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951 né il protocollo del 1967, e non ha una legislazione in materia di asilo. Secondo le leggi libiche la migrazione non autorizzata è un crimine e non fanno distinzione tra migranti, rifugiati, vittime di tratta o altri che hanno bisogno di protezione internazionale (sono tutti considerati immigrati irregolari). Gli "immigrati irregolari" sono soggetti a multe, detenzione ed espulsione.
Ecco quanto emerge da un'inchiesta sul trattamento riservato a richiedenti asilo e immigrati in carcere pubblicato a giugno 2014 da Human Rights Watch : “I detenuti hanno dichiarato di essere stati picchiati dalle guardie con spranghe, bastoni, calci del fucile e frustati con cavi, tubi e fruste di gomma ricavate da copertoni d'auto e tubi di plastica, talvolta dopo essere stati costretti a stare fermi in piedi per ore. Hanno detto anche di essere stati bruciati dalle guardie con le sigarette, presi a calci e pugni sul torso e in testa, e di essere stati sottoposti a scariche elettriche. In un centro, cinque detenuti hanno detto che le guardie li hanno appesi a testa in giù ad un albero e poi frustati.”